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Famiglia Porro

Storia


La famiglia Porro di Andria attraverso le fonti storiche nei secoli


«in anno ​1304 [...] stimo bene rammemorare tutte le famiglie Nobili, che godono, e che godevano nel nostro Seggio, le quali diramate in molte città costituiscono non ordinario numero de' nobili. E sono [...] Arcamone, Aprano [...] Porri​».
in Istorie di Giovinazzo, di Don. Ludovico Paglia, XVI sec.
«La famiglia Porro, che da pubblici atti risulta risiedere in Andria sin dall'inizio del Cinquecento, ebbe continuità e sviluppo fino alla presente generazione attraverso una serie ininterrotta di saggi e probi uomini e di elette e virtuose donne. I Porro, per vincoli di nozze, s'imparentarono successivamente con distinti casati della città e della regione [...] Nutrita di quella originaria nobiltà che ai nomi migliori di nostra gente deriva dal proficuo amore all'agricoltura e dal costante esercizio della virtù, la famiglia Porro curò sempre con sagace prudenza il patrimonio agrario accrescendolo man mano con illuminate iniziative, mentre dava alla città uomini eminenti per virtù civili e religiose.»
​ in Puglia d'Oro, Albo delle famiglie illustri, 1936, voce "Famiglia Porro e Porro Regano"
«Porro - Nobile di Giovinazzo, Bitonto ed Andria; d'origine milanese»
in Blasonario generale di terra di Bari, E. Noya di Bitetto, 1912, voce "Famiglia Porro"
«[...] In primis [...] stanno catastati [...] i Porri»
in Cronache di Giovinazzo, di Bisanzio Lupis, 1530; ​('catastati' è termine antico per 'possidenti'; da 'catasto' archivio delle proprietà fondiarie o 'catastare', ossia accumulare ricchezze)
«dal ceto de' Galantuomini e Dottori (che io nomino com'erano situati nelle sedie di prospetto all'altare) il Cav.  D. Ferdinando de Angelis, D. Ferdinando Spagnoletti [...], D. Riccardo Ceci, D. Riccardo Porro, D. Riccardo Iannuzzi»
in Storia di Andria, R. D'Urso, 1842, voce "Apertura del Sacro deposito di S. Riccardo in anno 1836"
«[il Barone Ettore ...] pressato dai genitori a trovare moglie [...] si decise a compiere questo passo. La scelta non poteva essere più felice e adeguata al rango dei Pomarici Santomasi. La fortunata fu una bellissima e ricchissima ragazza, appartenente ad una delle più signorili e antiche famiglie patrizie di Andria, Maria Riccarda Porro [...] figlia dell'andriese Michele e della patrizia Rosa de Sario della città di Terlizzi. Ricchissimi proprietari terrieri, i Porro erano di origine milanese e vantavano dell'antica nobiltà di Giovinazzo, Bitonto e Andria.»
in I Pomarici: storia di un'antica famiglia meridionale, R. Riccardi, 2003

L'aristocrazia latifondista andriese del Lungo Ottocento

«Fra gli anni 1830-1840 il mercato fondiario cittadino si stabilizzò e il fronte della grande proprietà prese un assetto definitivo. Attorno al 1848 le 5 famiglie andriesi più ricche (Ceci, Spagnoletti, Marchio, Iannuzzi, Porro), tutte imparentate tra loro, detenevano approssimativamente 1/5 delle terre poste in agro di Andria».
in Gruppi e identità locali nell'Italia d'età moderna, B. Salvemini (a cura di), 1998, p. 360

«​i complicati intrecci matrimoniali che legavano queste famiglie [...] quindi tendevano a configurarle come elementi di un corpo unico [...] comunque variassero gli equilibri interni, è però evidente che il peso assoluto delle 5 famiglie in questione restò elevatissimo».
in Terra e potere in una città rurale del Mezzogiorno, N. Antonacci, 1996, pp. 48,51

Il ceto de' galantuomini proprietari del Regno di Napoli

Antica iscrizione Porro in Rasciatano: DOM Nicolaus Porro & sibi & suis funditus erexit A.D. 1772 - DOM Nicola Porro per se e per i suoi tutti eresse l Anno Domini 1772
Il primo atto pubblico in Andria ove compare la famiglia Porro (con le varianti 'de Porris' o 'Puorro')  risulta essere il matrimonio tra Cesare Porro e Angela Longo nel 1560.
Nel '600 fu molto attivo Annuntio Porro, sposato con Annella Spagnoletta, consorte di casata che in due generazioni originerà  il ceppo poi Spagnoletti-Zeuli. Ben inserito nel ceto agricolo, Nunzio era molto vicino ai patrizi locali, in quanto al battesimo di un suo figlio officiato in casa propria (raro privilegio) nel 1670, ebbe come padrino don Flavio de Excelsis, intimo del Duca di Andria e proprietario di un magnifico palazzo di bugnati ancora oggi visibile sulla omonima via de Excelsis al centro di Andria. A fine Settecento i ceppi 'Puorro' emersi erano 2: Riccardo Porro quondam Giovanni e Vito Nicola Porro quondam Giuseppe, cugini 
(Antonacci, Terra e Potere, 1996, p. 50-64): il primo operante a Rasciatano in Barletta, il secondo legato al Duca di Andria ed al Principe e Duca di Calabritto, grande locato dell'Ente Tavoliere (Regia Dogana della Mena delle Pecore).
Ricchissimi proprietari nel Catasto del 1798, sono annoverati tra le 10 persone più facoltose della città e tra le sole 40 (di 10.000) a possedere una imponibile fiscale superiore a 1.000 once. Il patrimonio dei fratelli Porro (Riccardo, Nicola e Paolo quondam Giovanni), era il secondo patrimonio cittadino (7.345 once), dopo quello degli Spagnoletti (7.600 circa), e superiore a quello dello stesso Conte Marulli e di altri nobili (come Tupputi, Marziani, Conti; con imponibili tra i 1.000 ed i 2.000).
A metà  Settecento (precisamente dal 1755 al 1760) i fratelli Porro del quondam Giovanni (1702-1744) furono amministratori dei Regi Fondachi della Basilicata per conto della Sacra Regia Udienza di Matera, ed esercitanti lo "ius prohibendi" nella pubblica concessione di estrarre e vendere materiali ferrosi. Tra gli anni 1764 e 1776 rilevarono numerosi fondi da possidenti andriesi: i nobili Tupputi ed i nobili Curtopassi, i fratelli de Iuro e gli Zagaria. Nel contempo in Barletta amministravano l'estesa masseria di campo del Conte Marulli, duca di Ascoli e Ministro di Stato e Gentiluomo di Camera di Sua Maestà dimorante nella Capitale-Napoli, dell'estensione di ben 750 ettari.
 Nel 1797 Riccardo Porro fu Deputato dell'Annona della città , e nel 1798 divenne 'Magnifico'. Il 'magnifico don' Vito Nicola Porro già  nel 1812 fu Sindaco, mentre dal 1806 tutti i membri della famiglia Porro erano già  divenuti Decurioni dell'Università -Comune di Andria. Già  nel 1772 la loro posizione era solida in questa città, tant'è che nella tenuta di Rasciatano erigevano un oratorio privato (in genere prerogativa dei patrizi), su cui ancora oggi leggesi: "DOM Nicolaus Porro sibi  & suius funditus erexit Anno Domini 1772".
 Riccardo Niccolò Giuseppe Porro (1736-23.03.1799) del quondam Giovanni Puorro-Baltasar, sposò Emilia Paradies-Volpone, di ilustre famiglia andriese, dimorante nela palazzo di famiglia posto nell'omonimastrada Paradies (oggi "via del Paradiso", appunto, nelle prossimità del palazzo ducale). Il nonno di Emilia, il Magnifico Biase de Paradies (nel catasto onciario qualificato come "Magnifico" ("Mag.co") e "vivente del suo"; nel medesimo catasto un parente, Francesco de Paradies, "menava [conduceva] industrie" in Venezia), era personalità di spicco della cittadinanza. La madre di Emilia, invece, apparteneva ad un'antichissima e nobile famigliare andriese, i Volpone, che possedettero sino al 1697 il palazzo posto al centro di Andria tra S. Domenico e S. Michele e cui appartennero il noto teologo Giacomo Volponi (Andria, 1566- Roma 1636), D. Taquinio Volpone (già Arciprete della Cattedrale di Andria nel 1604) ed anche don Marcantonio Volpone, intimo "compare" del figlio Duca d'Andria (Francesco I del Balzo), il Mag.co (magnifico) Bianchino del Balzo (anno 1420).
Dall'unione tra il Magnifico Sig. Riccardo Porro e la Magnifica Emilia Paradies-Volpone, nacquero i germani Ecc.ti Sig.ri Canonici Don Giovanni e Don Michele Porro, ed il maschio destinato a proseguire la genia, il Mag.co Sig. Don Francescopaolo (i c.d. "Porro del Quadrone").

I discendenti di Nicolò (1726-1798), invece, tra cui il ramo Porro-Spagnoletti Zeuli ed il ramo Porro Regano, continuarono a possedere ed ingrandire il latifondo di Rasciatano, che ancora oggi costituisce un'azienda di eccellenza nel panorama agricolo pugliese www.rasciatano.com. I discendenti di Riccardo (1736-1799), i fratelli Reverendissimi Canonici D. Giovanni e D. Michele ed il germano Don Francescopaolo - da cui si originarono i rami Porro-Iannuzzi e Porro-Jeva - acquisendo dal Duca di Andria il latifondo Quadrone, ancora oggi di discendenti (http://quadrone.iporro.it) si separarono dagli altri rami. L'ultimo fratello, Paolo (1740-1812), diede origine al ramo delle professioni liberali con i Regi Notai Francesco e Nicola Porro,  quest'ultimo anche Sindaco dal 1860 al 1863. Il figlio di Vito Nicola (1771-1830), invece, Riccardo Porro, andò in sposa a Maddalena Ceci, originando un ramo poi estintosi nei Ceci ed ai quali passò un ingente patrimonio (nel 1856 dell'intero patrimonio di tutta la famiglia Ceci di Andria consistente in 510.000 ducati ben 327.000 (64%) provenivano dal defunto zio D. Riccardo Porro fu Vito Nicola; i nipoti Ceci seppero poi mirabilmente incrementare il patrimonio avito). Riccardo Porro fu Sindaco di Andria assieme al cognato Consalvo Ceci dal 1820 al 1822, negli anni '32-'34 e per nomina del Re dal 1838 al 1840 - anno in cui morì, pur essendo stato riconfermato per il triennio successivo. Oltre a numerosi palazzi, i Canonici Porro abitarono l';antico Castello dell'omonima Porta di Andria, poi abbattuto: «quel Castello qui fabbricato da Pietro Normanno (ora proprietà dei Signori Canonici Porro, vicino alla porta del Castello » (D'Urso, Storia di Andria, 1841, p. 84).
L';arme gentilizio era già  in uso a cavallo tra Sette e Ottocento, e ciò è testimoniato dal fatto che i diversi rami della famiglia Porro di Andria possiedono lo stesso stemma (tre stelle e tre porri), nonostante la loro parentela risalga ad inizi '700. Alcuni rami hanno continuato ad utilizzare l’arme dei Porro lombardo-milanesi (aquila e tre porri).
In Puglia d'Oro, sono richiamate varie imparentazioni: Per vincoli di nozze, i Porro si;imparentarono con distinti casati della nobiltà locale e regionale. Ricordiamo: Longo (1560 circa), Brudaglio (1650 circa), Baltasar (1724); Paradies (1762), Porzio (1806), Ceci (1818), Ieva (1819), Regano (1829), Iannuzzi (1833), de Benedictis (1851), de Sario (1861), Fasoli-Pandolfelli (1864), Malcangi (1868), D'Urso-Fasoli (1873), Pomarici Santomasi (1884), Tedeschi (1886), Lettieri (1888), Marchio (1894), Spagnoletti Zeuli (1896), Patargo (1898), Pastore di San Michele (1901), Ceci-Marchio (1919), Marinelli (1919), Scardinale-Sottani (1920), Romanazzi Carducci (1924), Tannoja (1924), Cafiero (1932), Melodìa (1933), Patroni Griffi (1942), Marchio-Ceci (1948), Perrone Capano-Ceci (1950ca). 
Giunsero anche, nel ramo Porro Regano, alle tavole nunziali con i Carafa (nel 1864), con Felice Porro e Maddalena Carafa figlia del fu D. Raffaele, Principe di Chiusano e Duca di Andria, casata degli antichi signori di Andria e tra le più note per lignaggio e censo della storia italiana.

I sei rami ottocenteschi della famiglia Porro di Andria

I sei rami ottocenteschi della famiglia Porro: Porro... Ceci, Iannuzzi, Regano, Spagnoletti Zeuli, Notari, Jeva
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I Porro tra aristocrazia terriera e ricca borghesia agraria del Lungo Ottocento meridionale
(da articoli di giornale estratti o riviste periodiche)

«[...] famiglie borghesi del Mezzogiorno capaci di costruire realtà imprenditoriali che sostituirono le vetuste nobiltà feudali, [...] «C'è questo passaggio importantissimo dall'istituzione feudale e scaturisce dalla fascia sociale dei massari che, con il loro lavoro, diventano proprietari terrieri», evidenzia Riccardi. «Si diventa proprietari non più per concessione sociale, ma per meriti e intraprendenza. Se Bari si afferma come realtà mercantile attraverso famiglie come i Diana, i Di Cagno, ad Andria la borghesia scaturisce dalla proprietà terriera associata al commercio. E' un gruppo di poche famiglie: i Ceci, gli Spagnoletti, gli Iannuzzi, i Marchio e naturalmente, i Porro. Intorno a loro c'è l'attività di uomini molto dinamici che rafforzano una classe sociale intraprendente». Terra di transumanza e di commercio come valore aggiunto, la realtà andriese valorizza i suoi prodotti tipici: le mozzarelle, ad esempio. «E' proprio il commercio, oltre al censo, che rappresenta la forza di famiglie come i Porro», spiega Riccardi. «Quando un Porro, Riccardo, sposa una Iannuzzi, Teresa, riceve una dote di dodicimila ducati: una cifra che neppure i feudatari portavano in dote. Questo fa capire, rispetto all'affermarsi della borghesia agraria il valore del censo attraverso l'acquisizione di terre e la commercializzazione dei prodotti della terra e dell'allevamento» in Annicelli P. A., La famiglia Porro di Andria, storia di fasti e tragedie, in Corriere del Mezzogiorno, 2013

«Un disegno ambizioso (emergere!) accomuna uomini e donne che non sanno cos’è il vizio, figure dalla straordinaria capacità di adattamento ai mutamenti sociai e politici, capaci di assorbire colpi tremendi e rialzarsi più determinati di prima. Solo appena l’amore colora unioni pianificate a tavolino e messe in atto anche al prezzo di costringere sorelle a restare nubili e fratelli ad abbracciare la carriera ecclesiastica per non disperdere il patrimonio di famiglia. Masserie, palazzi, mandrie, vigneti e seminati diventano pezzi su una scacchiera. A muoverli è una costante strategia (anche fratricida) di consolidamento e potenziamento attraverso l’accumulazione fondiaria. Notai e avvocati sono il braccio armato di un’ansia di benessere e affermazione destinata a fare scuola. Affetti e altre umane debolezze non sono assenti in questo gigantesco quadro storico, restano però sullo sfondo, a lora volta coprendo il sangue, il sudore e le lacrime dei ‘vinti’, un popolo di cafoni senza il cui sacrificio silenzioso nessun ‘signore’ avrebbe goduto di argenterie e carrozzo, di servi e magioni principesche» di Italo Interesse, in Quotidiano di Bari, 25 luglio 2013

Una famiglia borghese meridionale. I Porro di Andria, Riccardo Riccardi, Rubettino editore, 2013«I Porro, originari di Andria (**nota 14: Sin dall’antichità era un importantissimo centro agricolo delle Puglie, ora è capoluogo di provincia con Barletta e Trani.), sono l’emblema di una stirpe, che grazie al suo marcato senso degli affari e ad oculate alleanze matrimoniali (con altre famiglie blasonate delle città limitrofe: Melodia e Scardinale di Altamura, Pomarici-Santomasi di Gravina, Patargo di Barletta, Perrone-Capano di Trani, [..], Sottani e Bucci di Corato, oltre che della stessa città di Andria: Spagnoletti-Zeuli, Quarto di Palo, Jannuzzi e Ceci) riesce a raggiungere l’agognato status sociale nobiliare proprio delle famiglie dei Galantuomini. La città ascrive infatti questo casato, sin dal XVIII secolo, nel novero dei notabili o civili (**nota 15: Col trattamento di Don come prefisso al nome e con l’appellativo di Magnifico) con capostipite un tale Giovanni Puorro, un grande latifondista, benché la famiglia fosse presente almeno dal XVI secolo, come risulta da alcune fonti abbastanza attendibili. Successivamente il patrimonio, col passare del tempo, si accrebbe maggiormente e di conseguenza anche il prestigio sociale: ne sono visibile testimonianza l’edificazione di sontuosi fabbricati, ornati del loro stemma gentilizio [..] In questo buon libro, ricchissimo di tanti altri interessanti particolari e di molte belle illustrazioni provenienti dagli archivi privati delle tante ricche famiglie imparentate con i Porro, si ricordano, altresì, esponenti di notevole rilievo, rinomati per le loro professioni o per il loro importante ruolo pubblico: avvocati, notai, sindaci (**nota 17: Don Riccardo, designato dal Re nel 1838, il notaio Nicola (1861-1863), ed infine il socialista avv. Pasquale Porro (1911-1914), che divenne consigliere provinciale), canonici, consiglieri provinciali, alti magistrati, cavalieri, tra di essi persino una Guardia di Onore di Ferdinando II di Borbone, ed infine anche prelati, come Mons. Felice Porro-Regano (**nota 18: Durante il suo episcopato, il 20 marzo 1861, la Diocesi di Catania venne elevata a sede arcivescovile, con decreto della congregazione concistoriale del 4 settembre 1859. Fu quindi per pochi giorni il primo Arcivescovo di Catania, privilegiato del “pallio”, antico beneficio di derivazione feudale. Morì a Catania il 30 marzo 1861. Il suo sepolcro è ubicato nella cattedrale di Andria, sua città natale), Arcivescovo di Catania e Mons. Stefano Porro- Jannuzzi, Vescovo di Cesaropoli. Quest’ultimo presule, molto pio e munifico, volle realizzare a proprie spese la costruzione della chiesa dedicata alla Vergine Immacolata in Andria. Nel libro sono inoltre contenute cinque tavole genealogiche con ascendenti e discendenti della famiglia, che risulta divisa e articolata in diversi rami. Di questi alcuni proseguono tuttora nella loro antica attività nel settore della produzione olivicola e vitivinicola di alto profilo. Il casato attualmente annovera tra i suoi esponenti più noti il popolare giornalista Nicola Porro “romano di nascita, pugliese di famiglia, milanese per lavoro”. Ciò dimostra il ruolo molto proficuo e positivo che ancora oggi possono esercitare le intramontabili élite nobiliari, forti del loro retaggio e delle loro ataviche tradizioni, nella moderna società [..]. Il libro si legge piacevolmente e scorrevolmente come un romanzo storico. Per i non addetti ai lavori, vi è un notevole corredo di note esplicative, che riesce a orientare il lettore nel dedalo intricato delle tante consuetudini ed usanze antiche, ma che risulta anche molto utile per ogni approfondimento relativo a tanti fatti, curiosità e personaggi minori o di secondo piano. Lo scrittore, autore del testo, è un giornalista molto affermato, collabora con molte riviste di storia e con quotidiani, interessandosi massimamente di tematiche meridionaliste e socioeconomiche, ma non disdegna la ricerca genealogica e la storia di famiglia, calata però in un ambito più generale e severamente documentata. Il libro è stato recentemente presentato in importanti convegni, con grande successo di pubblico, nelle città di Andria (presso la Biblioteca Comunale), Barletta, Turi e, in Bari, in due momenti diversi, presso la Libreria Feltrinelli e presso l’Università degli Studi “Aldo Moro” nel Palazzo Ateneo, relatore il prof. Mario Spagnoletti. Ciò dimostra incontrovertibilmente l’interesse e la curiosità del mondo culturale, nonché della gente comune, nei confronti di queste particolari tematiche.» di Maurizio Michele Caterino, in Nobiltà. Rivista di araldica, genealogia, ordini cavallereschi, Milano, anno XXI, n. 118 (gennaio-febbraio 2014).




Frammenti di storia...

Famiglia Porro, Albo delle famiglie illustri in Puglia d'Oro, 1936
Voce "Famiglia Porro", Puglia d'Oro, 1936​
Sua Eccellenza Don Riccardo Porro fu Vito Nicola, Regio Governatore d'Andria
Sua Eccellenza l'Ill.mo Sig. D. Riccardo Porro (1795-1840), Regio Percettore, Governatore d'Andria
Riccardo Porro Sindaco in Andria. Quel gentiluomo andriese per nobiltà d'ingegno e ricchezza principalissimo, 2013

Riccardo Porro Sindaco in Andria. Quel gentiluomo andriese per nobiltà d'ingegno e ricchezza principalissimo, 2013 - libro
Volume "Riccardo Porro Sindaco in Andria. Quel gentiluomo andriese per nobiltà d'ingegno e ricchezza principalissimo", 2013
Stemma partito di Porro e di Regano
Stemma della famiglia Porro Regano (arme partito di Porro e di Regano)
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