Le più antiche dimore dei Porro di Andria furono in piazzetta San Domenico (centrale asse cittadino) ed luogo del Forno Melillo (secc. XV-XVI).
Successivamente presero ad abitare la magione dei Melillo (estintasi nel XVI sec.) e consistente in un'antichissimo "palaggio di case" posto sulle mura a ridosso della principale Porta di Sant'Andrea. Esso consisteva nel bastione normanno posto sulla porta, nel palazzo che fu dei Melillo e nel notevole giardino pensile e parco murato sovraposto come notasi dalle cartografie (a sinistra il n. 10 sull'anello murario cittadino dell'anno 1100). Successivamente i Porro abitarono il barocco palazzotto di via Federico II-via Corrado di Svevia nell'arteria cittadina che volge al palazzo ducale, per poi acquisire il seicentesco palazzo Santoro in via de Anellis ed il bastione di Porta Castello. Agli inizi Ottocento, con l'abbattimento delle mura medioevali si sviluppò il tessuto extraurbano e l'edilizia residenziale borghese. |
L'antico 'Palaggio' «de' fratribus de Puorro» alla Porta di Sant'Andrea: secoli XVI-XVIII
In alto la zona evidenziata ed incolore è l'originario palazzo Melillo con giardini e frutteti pensili sulle mura normanne, risalente al 1350 ca. Estintasi la famiglia Melillo, con Frà Melillo Vescovo di Andria nel '400, il palazzo è poi passato in possesso della famiglia Porro del quondam Giovanni. A destra la pianta storica della città del Murena (1701).
L'azzurro indica la zona su cui nel '700 ed Ottocento poi fu costruito ed ampliato (1812) il complesso del palazzo gentilizio, poi trasformato in una villa con giardino pensile su Pendio San Lorenzo e Largo Melillo. Il verde rappresenta i fossati delle mura cittadine poi censuati dai Porro (regio decreto 10 sett. 1817) e trasformati in grandiose scalinate di accesso ai giardini pensili sul finire dell'Ottocento. Fu l'abitazione storica dei Puorro. In essa sappiamo che il 'Magnifico Giovanni' (nato nel 1768) morì di gotta [male di cui erano afflitti, per il troppo mangiar carne rossa, da cui deriva l'espressione "sangue blu", i nobili e benestanti]. I discedenti a fine Ottocento riedificarono il palazzo convertendo il parco murato in sontuosa villa con giardini pensili. |
L'antico Bastione di AndriaI Porro possedettero oltre al gran parco murato di Melillo-San Lorenzo, presso la Porta di Sant'Andrea ed il Gran parco murato di Pisano (ex palazzo Giugni con ben 2 giardini pensili, ed oggi palazzo Porro-Ceci di via Orsini), anche l'Antico Bastione normanno di Porta Castello. «Quel Castello qui fabbricato da Pietro Normanno (ora di proprietà de' Signori Canonici Porro, vicino alla Porta del Castello) [...] di questi Quartieri ora rimane intatto il solo Portone, che sporge nel piccolo parco del Signor sonico D. Michele Marchio. » in Storia di Andria, R. D'Urso, p. 84; AST A. Sinisi, prot. 618, a. 1808 |
Case palazziate dei secoli XVIII-XIX
Il palazzo a sinistra, barocco, è sito nel centro cittadino alla Piazzetta di San Domenico nel principale asse viario (via Federico II di Svevia) e di fianco alla potente Collegiata di San Nicola che diede alla famiglia Porro scranni e canonicati. In essa si trovata il tumulo gentilizio della famiglia.
Il palazzo a destra è pure sito alla stessa strada ed ex palazzo Chio (famiglia estintasi; edificato nel XVI sec.) esso fu abitato da ramo Porro del quondam Giuseppe. |
Palazzi e ville dell'800
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Palazzo Porro-CeciL'antichissimo palazzo Giugni (1400) fu acquistato da Vito Nicola Porro. Constava di ben 2 giardini pensili sulle mura normanne ed un magnifico bugnato a punta di diamante. Suo figlio Riccardo lo fece abbattere e riedificare su disegno dell'arch. Luigi Castellucci, della scuola del San Felice.
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Palazzo Porro-IannuzziIl cinquecentesco palazzo appartenuto al ramo del «magnifico Riccardo Porro» (1736-1799). Suoi figli furono eminenti Canonici della Cattedrale di Andria «ricordati per il loro grande senso di rettitudine e di pietà» (Puglia D'Oro, Albo Famiglie - voce 'Porro'). Essi stessi con l'altro fratello magnifico don Francescopaolo acquistarono nel 1817 il latifondo del Quadrone dal Duca d'Andria, Carafa.
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Palazzo Porro-Spagnoletti ZeuliLa più antica dimora dei Porro sul bastione e mura con giardini pensili, in Pendio San Lorenzo-Largo Melillo.
Il palazzo fu edificato solo nella seconda metà dell'Ottocento, mentre il nucleo antico risale al 1400. |
Palazzo Porro-Jeva-LettieriIl palazzo appartenne al ramo di Giambattista Porro-Jeva (rami de Benedictis e dei conti Porro Lettieri), e si presenta come un complesso monumentale su quella che all'epoca costituiva il principale asse di interesse politico-economico: via Barletta, città ove oltre al porto commerciale aveva sede la Sott'Intendenza del Regno.
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Palazzo Porro-D'UrsoQuesto palazzo fu riedificato in stile floreale su disegno dell'arch. Margotta Gramsci. Fu teatro del triste eccidio delle sorelle Porro, Luisa e Carolina. E' prospiciente su piazza Municipio.
Bruciato e saccheggiato oggi si presenta in modo molto diverso dal passato. |
Palazzo Porro ReganoFelice Porro Regano sappiamo possedesse ben tre case palazziate nel centro storico, di cui una era l'ex palazzo Lupicini, (in via Giudea) magnificamente bugnato.
Possedeva inoltre un "palazzo di case" alla strada Maestra. |
Palazzo Porro-MalcangiQuesto palazzo è anche appartenuto alla potente famiglia Accetta, un cui ramo si estinse nella famiglia D'Urso e Fasoli, entrambe imparentati con i rami Porro-Iannuzzi e, nella specie, Porro-Malcangi.
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Ville gentilizie
Villa Porro-IannuzziLa villa, esempio di un elegante e pulito neoclassico rurale intreccia ancora una volta i nomi dell'allora èlite terriera andriese. Fu costruita per volere di Riccardo Iannuzzi fu Giovanni a fine '800, sposato con Camilla Spagnoletti-Zeuli, cugino materno di Giovanni Porro (il cui figlio Vincenzo prese ad abitarla). Il progetto porta la firma del Cav. Ing. Riccardo Ceci fu Deodato, proprietario del ex palazzo Porro di Riccardo fu Vito Nicola in via Orsini-via F. Giugno, e sposato con Concetta Marchio (da non confondere con Riccardo Ceci fu Consalvo, deputato e proprietario del palazzo in via Pisani, sposato a sua volta con la sorella di Concetta, Giulia Marchio).
Il figlio di Riccardo Iannuzzi, Pasquale, poiché senza eredi, la cedette al pro-cugino Vincenzo Porro, figlio del suddetto Giovanni Porro, e sposato con Maria Scardinale-Sottani, nipote di Nicola ed Italia Ceci Ginistrelli. Oggi è abitata dai coniugi Giovanni Porro, di loro figlio, e la consorte Enza Marchio-Ceci. |
Villa Porro-PastoreAcquistata da Maria Teresa Porro sposata al Colonnello Emilio Calzolari. Figlia di Riccardo Porro e Teresa Pastore di San Michele (cognata del Conte Spagnoletti Zeuli sposata a Antonietta Pastore). La sorella del Calzolai andò in sposa al Conte Onofrio Iannuzzi, Deputato liberale della Costituente.
E' situata in via Lotti-Annunziata, in un triangolo di verde che all'epoca, sovrapposto all'abitato, guardava la città e l'agro di andria con i suoi doppi terrazzi laterali. Di essa si ricordano le numerose feste che la Porro indiceva nel salone, invitando i cugini Spagnoletti Zeuli e Pastore, Iannuzzi e Tannoja. A questo stesso ramo è appartenuto il maestoso palazzo, poi abbattuto, e sito all'angolo tra viale Roma e Corso Cavour, di fronte al palazzo dei cugini Tannoja. Questo ramo si è estinto negli Iannuzzi. |
Villa Porro-Spagnoletti ZeuliI lavori furono avviati a fine Ottocento da Nicola Porro fu Michele sposato con Caterina Spagnoletti-Zeuli. Scomparendo prematuramente nell'anno 1902, Nicola Porro non ebbe possibilità di continuare la costruzione della villa. In vero le fondamenta e le rovine d'inizio costruzione ancora ravvisabili diedero vita ad importanti scoperte archeologiche.
Questa villa troneggiava su 324 ettari di boschi, colture e seminativi, nella c.d. "pre-murgia". Dalla collina si vede panoramicamente Andria ed il Castel del Monte. La "masseria" secolarmente impiantata è oggi l'omonima sala ricevimenti. Nicola Porro, Sindaco di Andria, ricchissimo proprietario, cognato del Conte Spagnoletti Zeuli e consuocero del Cav. Riccardo Diodato Ceci fu attivo politico radicale. Come ricorda il Fidelis sarebbe stato presentato Deputato alla Camera, se non fosse stato prematuramente strappato alla vita nel 1902 a soli 35 anni. Dai giornali di fine secolo (Corriere delle Puglie, 1889) si evince come in queste tenute Don Nicola fosse solito organizzare grandiose feste e tenere teatrali giochi, come la "caccia al lupo", accompagnati da banchetti e fuochi pirotecnici |
Villa palazziata Porro Spagnoletti ZeuliCostruita sul finire dell'800 da Nicola Porro sposato con Caterina dei conti Spagnoletti-Zeuli, si presenta come una villa palazziale sui residui murari di Pendio San Lorenzo. I due cancelli muniti di stemma (che porta ancora il capo d'impero dei Porro di Milano) con le cinta di mura del palazzo si avvolgono con dei locali poi rimaneggiati (solo le finestre e lo zoccolo di pietra bocciardata a mano sono visibili ancora) intorno ad un primo cortiletto. Da questo cortile adornado di piante ed alberi si solleva un'imponente scalinata doppia che erige un principesco giardino pensile nelle cui pareti sono ancora incastonate le vecchie mura normanne. Poco più in profondità, nel giardino, il lineare ma signorile palazzo, sviluppato più in lunghezza che in larghezza, cade sul retro delle mura della città con un'imponente facciata. Esso, infatti, giunge sino a Porta Sant'Andrea e di là sul retro assume le fattezze architettoniche quasi di un palazzo del Trecento fiorentino.
Costeggiando il vicolo Melillo, da dove il palazzo si innalza notevolmente, si giunge alla lunga facciata in stile fine '800 di piazza Melillo e via Giannotti. Ora il palazzo è adibito a scuola d'infanzia gestita dalle suore del Sacro Cuore di Gesù. |
Villa gentilizia Porro-Ceci di CasadangeloOriginariamente casa rustica dei Padri Carmelitani, il cui vigneto, sulla strada che da Andria menava a Canosa (continuazione di via Annunziata, odierna - attuale via Canosa poco prima dell'incrocio con la s.p. 231), ammontava a vigne 20 circa, pari ad ettari 5, e nel 1806 tale proprietà fu acquistata da ricchi gentiluomini francesi-napoleonidi. Nel 1817 fu rilevato da Vito Nicola Porro ed ampliato successivamente dal figlio Riccardo, che vi ampliò la dimora, già in precedenza dotata di trappeto, frantoio, giardino privato e stabili da masseria.
Il villino, fu poi ulteriormente ampliato ed abbellito da Diodato Ceci, nipote del detto Riccardo Porro, che ebbe in eredità tale fondo nel 1856, unitamente alla vasta tenuta di Petrone, sulla medesima via di Canosa (a metà strada tra Andria e Canosa, in prossimità di Montegrosso). Nello stabile, oggi splendido agriturismo condotto da discendenti del detto Ceci, si conserva un olio del Porro, in allora Sindaco, di età matura (1838/40 ca) |
Villa-masseria 'Macchia di Rose'A fine Ottocento i Porro Regano, tra le vare proprietà , possedevano 50 ettari in contrada Macchia di Rose, con ben tre villette messe sulla via di Corato. La principale, detta "Villa delle Rose", poi proprietà Cafiero, oggi è stato trasformata dall'azienda casearia Montrone, mentre il villino successivo all'incrocio con l'Opera dei padri trinitari, ed ospitante un grandioso fioraio, fu altra residenza estiva della famiglia. Nell'entroterra ancora oggi vi à una magnifica masseria in abbandono (raffigurata nella foto-icona), a vocazione zootecnica ed originariamente adibita al pascolo.
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Villino Le GraveAntica proprietà viticola del Sig. D. Riccardo Porro, acquistata negli anni '30 dell'Ottocento.
Confinante con le proprietà dell'allora marchese Tupputi di Bisceglie, si atteggiava a dimora residenziale estiva prossima all'abitato di Andria, con i suoi giardini segreti, parco murato e frutteti. E' poi passata in proprietà ai Tannoja in forza di matrimonio di questi con una Porro-Malcangi. |
Casino conti Porro LettieriQuesto villino è appartenuto al ramo Porro-Lettieri del ceppo Porro-Jeva ed è messo sulla strada che da Andria mena a Canosa, in prossimità dell'innesto con la nuova strada Corato-Foggia. Esso è circondato dai locali di servizio in allora adoperati per l'attività agricola, poiché in questa zona la famiglia possedeva diversi ristretti e fondi.
Originariamente la locazione di questo villino via era molto ambita, poiché situato sull'asse primario e tratturo di collegamento tra i grandi latifondi di Petrone-Torre di Bocca-San Domenico-Arnieci e la città di Andria. |
Villa Porro-Guacci in TraniVilla gentilizia in contrada Pozzopiano - Trani, acquistata nel Novecento da Stefano Porro (di cui sopra) dopo l'abbattimento della villa Porro-Scardinale. E' abitata dai discendenti.
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Villa Porro-Scardinale in TraniQuesta villa fu acquistata a metà del Novecento da Vincenzo Porro-Scardinale, e passata suo figlio Mario (Stefano). Affacciante su via Malcangi e sporgente sul lungomare, di struttura simile a villa Porro-Jannuzzi (dello stesso ramo), E' stata poi abbattuta per l'edificazione moderna.
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Villa del sindaco Pasquale PorroVillino posto in via Canosa di proprietà del fu Avv. e Sindaco socialistica Pasquale Porro del fu Giambattista Porro-Jeva.
Tale villino, adorno di una bellissima Chiesetta padronale, si appartiene oggi alle famiglie Porro e Bucci. |
Altri palazzi minori (o abbattuti)
Palazzo notarile dei Porro 'Notari'Il palazzo appartenne al ramo del quondam Giuseppe i cui figli Nicola e Francesco furono Regi Notaj sulla piazza di Andria nel primo Ottocento. Essi abitavano anche in via Corato al palazzo gentilizio. Questo edificio, poi abbattuto (e che occupava la verde piazza dell'immagine a destra) aveva le sembianze del forno di Fravina sopra raffigurato.
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Palazzo Porro-LeccisiPalazzo appartenuto alla potente famiglia Leccisi ed acquistato nel 1833 da don Francescopaolo Porro per trasferirvisi dopo le seconde nozze con Teresa Jeva. Ricco di frantoio, trappeto ed ampi 14 quarti è stato abbattuto. L'edificio a colori è stato eretto al suo posto. La piazza di Fravina (a colori e dal fogliame verde) è dove sorgeva invece il palazzo dei Porro Notari di cui trattasi a sinistra.
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Palazzo Porro-de Sario 'al Carmine'Molto poco si sa della privata dimora di Michele Porro e Rosina de Sario i quali, tuttavia, ricchissimi, dovevano possedere l'intero complesso palazziato di case propsiciente su via del Carmine (come si evince dai rogiti notarli) ove si notano ancora oggi frammenti di un complesso monumentale riccamente decorato. Nella foto è ricmpreso l'ambito più antico (fine Settecento) benché più e più volte trasformato rispetto alla sua originaria conformazione.
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